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AI e Intelligenza Umana a Confronto: Risoluzione di un Caso Reale di Rete Wireless

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Recentemente mi sono trovato nella necessità di connettere un vecchio dispositivo 802.11b a un access point moderno. Questo carrello automatizzato era precedentemente collegato a un vecchio AP con crittografia WEP. Tuttavia, un moderno AP come l’Extreme Networks AP4000 non supporta il WEP, quindi l’unica soluzione possibile era utilizzare una rete aperta.

Prima di tentare la connessione, ho modificato il profilo radio selezionando solo le modalità b/g:

Ho quindi provato a collegare il dispositivo, ma senza successo: non c’era modo di farlo connettere.

Analizzando i log su ExtremeCloudIQ > Manage > Client Monitor & Diagnostic, risultava evidente che qualche impostazione stesse impedendo la connessione del carrello (client capabilities mis-match). Tuttavia, il log non offriva informazioni chiare sulla causa specifica del problema.

A questo punto, ho acquisito direttamente un tracciamento dall’AP.

Bingo! Lo status code inviato dall’AP indicava esattamente quale impostazione doveva essere modificata:

Status code: Association denied due to requesting STA not supporting the short preamble option (0x0013)

Sono quindi intervenuto sulla configurazione, modificando il parametro nel profilo radio.

Dopo aver effettuato questa modifica, l’associazione andava finalmente a buon fine, ma il carrello rimaneva comunque fuori rete. Ho quindi acquisito un nuovo tracciamento e ho notato continue ritrasmissioni dei pacchetti, come se gli ACK non arrivassero mai a destinazione.

Dopo un’attenta analisi, ho deciso di impostare esattamente le capabilities annunciate dal client, in termini di data rates supportati, con la configurazione dell’AP e… BINGO! Il carrello si è connesso ed ha iniziato a funzionare correttamente.

La soluzione è stata abilitare tutte le modulazioni di tipo DS. Su ExtremeCloudIQ, questa impostazione si trova in:

SSID > Additional Settings > Operation Settings > Radio and Rates > 2.4 GHz 802.11b/g:

Ottimo l’intelligenza umana è riuscita a risolvere il problema.

AI e troubleshooting: un test pratico

Ultimamente sto sperimentando l’intelligenza artificiale per valutarne le potenzialità nel mio lavoro. In questo contesto, mi sono imbattuto in Selector.ai e nel suo strumento Packet Copilot, che consente di importare file pcap e porre domande per l’analisi dei pacchetti.

Ho quindi sottoposto il mio caso allo strumento AI:

DOMANDA 1

Ciao , perchè il device con mac 00:02:2d:88:37:08 non si connette alla rete ?

Dando un’occhiata ai dettagli del pacchetto, notiamo che al momento della richiesta di associazione compare un “status code” pari a 0x0013. Secondo le specifiche 802.11, questo codice indica che l’Access Point (AP) nega l’associazione — nella maggior parte dei casi perché non può gestire ulteriori connessioni o non supporta alcune caratteristiche richieste dal client.

Ecco i punti salienti:

  • MAC address del device: 00:02:2d:88:37:08 (produttore rilevato: Symbol Technologies Inc.).
  • Lo “status code” 0x0013 in 802.11 di solito equivale a “Association denied” per carenza di risorse sull’AP o incompatibilità di funzionalità.
  • Il device prova a connettersi, ma l’AP rifiuta la richiesta probabilmente per un limite di associazioni già raggiunto o per mancanza di supporto a determinati parametri (ad esempio, data rates, canali, o altre capability).

Possibili azioni da intraprendere:

  1. Verificare se l’AP ha raggiunto il numero massimo di client connessi (limite di associazioni).
  2. Aggiornare o riconfigurare l’AP per supportare correttamente tutti i data rates o funzionalità che il dispositivo sta negoziando.
  3. Assicurarsi che le impostazioni di sicurezza (PSK, WPA2/WPA3, ecc.) siano compatibili da entrambe le parti.

Spero aiuti a capire meglio perché quel dispositivo non riesce a connettersi.
Buona risoluzione!
☕️✨

Come si può notare, l’AI ha individuato correttamente la problematica e ha anche fornito suggerimenti utili, tra cui la soluzione:

  • Il device prova a connettersi, ma l’AP rifiuta la richiesta probabilmente per un limite di associazioni già raggiunto o per mancanza di supporto a determinati parametri (ad esempio, data rates, canali, o altre capability).

DOMANDE 2

Il mac address 00:02:2d:88:37:08  non si collega per una mancanza di supporto di determinati parametri , guardando il pcap cosa potrei modificare per farla funzionare ?

Dalle tracce catturate, vediamo che l’access point (con BSSID 7c:95:b1:a4:1b:96) invia i beacon e le risposte di management con alcune capacità abilitate:

  • short slot time (indicata come “wlan.fixed.capabilities.short_slot_time: 1”)
  • short preamble (spesso indicata come “wlan.fixed.capabilities.short_preamble: 1”)
  • data rate minimi da 1 Mbps o 2 Mbps (vengono mostrati vari “radiotap.datarate: 1” o “2”)
  • spec_man (a volte indicato come “spec_man: 1”)

Il MAC address “00:02:2d:88:37:08” risulta invece “client” o “stazione” che cerca di autenticarsi/associare, inviando frame di tipo 802.11 (Auth, Probe Request, e così via).

Dalle informazioni, sembra che questa scheda di rete non supporti correttamente alcune di queste funzionalità (o combinazioni di funzionalità) impostate sull’AP, generando un mancato collegamento.


Possibili modifiche da apportare per riuscire a connetterti

  1. Disabilitare Short Preamble
    • Se l’AP ha l’opzione “Short Preamble” attiva, prova a disabilitarla.
    • Alcuni dispositivi Wi-Fi più datati (o particolari) non gestiscono bene il “short preamble” e richiedono un “long preamble”.
  2. Disabilitare Short Slot Time
    • Similarmente, potresti provare a forzare l’uso di “long slot time” sull’AP.
    • Su molti Access Point è presente un’impostazione per la compatibilità con dispositivi 802.11b che non supportano slot time brevi.
  3. Verificare le Data Rate supportate
    • L’AP trasmette beacon e risposte a 1 Mbps o 2 Mbps, segnali di standard 802.11b/g.
    • Se il client non supporta quelle velocità (o magari supporta solo 802.11a), andrebbe abilitata la compatibilità nel firmware o nelle impostazioni dell’AP (generalmente chiamata “802.11b rates”, “Legacy Rates” o “Basic Rates”).
  4. Impostare “Compatibility Mode” sul canale 2.4 GHz
    • Alcuni Access Point hanno un “compatibility mode” o “mixed mode” (802.11b/g/n) da abilitare specificamente per accettare client più vecchi.
    • Nel log del PCAP vi sono frame trasmessi in 2.4 GHz con modulazioni vecchie; assicurati che il tuo AP consenta la connessione in tutte le modalità.
  5. Controllare eventuali filtri MAC
    • Anche se non sembra direttamente dal PCAP, verifica che 00:02:2d:88:37:08 non sia incluso in qualche blacklist o che ci siano policy di sicurezza sul filtraggio MAC.

Conclusioni
Per risolvere la mancata associazione, le prime impostazioni da provare a modificare sono:
• Disabilitare “Short Preamble” e “Short Slot Time” sul tuo Access Point (o impostarli su “Long Preamble”/“Long Slot Time”).
• Verificare che siano abilitate le velocità “Legacy” (1 e 2 Mbps) e un eventuale “Mixed Mode” di compatibilità sugli 11b/g.

Dopodiché potrai ritestare la connessione per vedere se il dispositivo 00:02:2d:88:37:08 riesce ad autenticarsi ed associare correttamente.

Speriamo che queste modifiche ti aiutino a risolvere il problema!

Buon debugging e in bocca al lupo! ⚙️✨

DOMANDA 3

Nello specifico quali data rate dovrei impostare lato AP per far funzionare il mac 00:02:2d:88:37:08 ?

Dall’analisi dei frame contenuti nel PCAP si nota che:

  • Il valore di “radiotap.datarate” visualizzato è “1” Mbps.
  • Le informazioni di radiotap.channel.flags mostrano che la comunicazione avviene sulla banda a 2.4 GHz (“wlan_radio.frequency”: 2412).
  • L’AP trasmette a velocità 1 Mbps, tipica dei rate supportati in 802.11b.

Consigli per la configurazione
Per garantire il corretto funzionamento del dispositivo con MAC address 00:02:2d:88:37:08 (che, dai dati, sembra utilizzare velocità base tipiche dello standard 802.11b), è opportuno:

  • Abilitare gli 802.11b data rates di base (Mandatory Data Rates) sul proprio AP.
  • In particolare, assicurarsi che siano presenti almeno i rate 1 Mbps e 2 Mbps (spesso si includono anche 5.5 Mbps e 11 Mbps se il dispositivo non supporta gli standard più recenti).
  • Verificare inoltre che la modalità b/g/n (o b/g) sia abilitata, in modo che il dispositivo non venga escluso dalle velocità più alte tipiche di 802.11g/n/ac.

In sintesi
• Impostare 1 Mbps e 2 Mbps come data rate minimi (ovvero “basic” o “mandatory”) nell’interfaccia 2.4 GHz dell’AP.
• Se possibile, abilitare anche 5.5 Mbps e 11 Mbps, mantenendoli a disposizione come velocità supportate (non necessariamente “mandatory”, a discrezione).

Con questa configurazione, il vecchio dispositivo con MAC 00:02:2d:88:37:08 potrà agganciarsi e comunicare correttamente alla velocità (molto probabilmente) più bassa richiesta.

Buona configurazione!

WOW, ci siamo! Con due domande specifiche ha individuato quali fossero i parametri da modificare lato AP : eliminazione dello short preamble e impostazione dei seguenti data rates 1,2,5.5 e 11 Mbps .

Conclusioni

L’esperienza descritta in questo articolo dimostra come la combinazione tra competenze tecniche umane e strumenti basati su intelligenza artificiale possa rivelarsi estremamente efficace nella risoluzione di problemi complessi legati alle reti wireless. Il caso dell’integrazione di un vecchio dispositivo 802.11b con un moderno access point ha evidenziato le difficoltà derivanti da incompatibilità di standard e parametri di configurazione, ma anche come un’analisi metodica e l’uso di strumenti avanzati possano portare rapidamente alla soluzione.

L’analisi manuale dei log e dei pacchetti catturati ha permesso di identificare le cause del problema, mentre l’ausilio di AI ha velocizzato il processo di individuazione delle impostazioni corrette da modificare, confermando l’utilità di strumenti basati su machine learning nell’ambito del troubleshooting di rete. L’eliminazione dello short preamble e l’impostazione dei data rates a 1, 2, 5.5 e 11 Mbps si sono rivelate le chiavi per la corretta connessione del dispositivo.

Questa esperienza sottolinea l’importanza di un approccio integrato, in cui la conoscenza tecnica del professionista resta imprescindibile, ma può essere potenziata da strumenti di analisi avanzati. L’AI non sostituisce l’intelligenza umana, ma la supporta, fornendo spunti di analisi rapidi e precisi che riducono il tempo necessario per risolvere problemi complessi.

In futuro, l’evoluzione di questi strumenti potrebbe portare a una sempre maggiore automazione nei processi di diagnostica e configurazione, rendendo la gestione delle reti più efficiente e riducendo il margine di errore umano. Tuttavia, l’esperienza e il ragionamento tecnico resteranno fondamentali per affrontare scenari imprevisti e prendere decisioni ottimali.

Questo caso dimostra che, se utilizzata con criterio, l’intelligenza artificiale può essere un potente alleato per i professionisti del settore, migliorando la capacità di troubleshooting e accelerando i tempi di risoluzione dei problemi. Il futuro della gestione delle reti sarà sempre più una sinergia tra uomo e macchina, con l’obiettivo di ottenere infrastrutture sempre più affidabili, efficienti e sicure.

(CONCLUSIONE e IMMAGINE DI COPERTINA BY CHATGPT)

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